Psicoterapia di Gruppo

Dr. Giorgio A. Nigosanti

ANALISI CORPOREA IN GRUPPO
L’approccio reichiano

Edizioni Alpes, collana CorporalMente

Il testo ripercorre le tappe della nascita e dello sviluppo della psicoterapia di gruppo.
Descrive successivamente come il corpo sia entrato nella psicoterapia attraverso la figura di W. Reich e dei suoi allievi: O. Raknes, A. Lowen, F. Navarro.
Viene descritta quindi la metodologia nella terapia di gruppo ed infine espone la metodologia nelle terapie corporee in gruppo.

Il testo si addice a tutti coloro che sono interessati al lavoro in gruppo (psicologi, psicoterapeuti, medici, assistenti sociali, educatori, operatori di comunità ecc…) ed è indispensabile per tutti i terapeuti corporei che utilizzano con i pazienti, oltre all’analisi personale, anche quella di gruppo.


DI SEGUITO ALCUNI FRAMMENTI TRATTI DAL LIBRO

Dr. Roberto Sassone

Presentazione del testo

“Un plauso a Giorgio Nigosanti che ha il merito di avere scritto il primo libro reichiano sulla psicoterapia in gruppo! Il pregio di questo scritto è innanzitutto la Semplicità e Chiarezza, doti che per me rivestono una grande importanza perché dimostrano che l’autore conosce sulla sua pelle l’esperienza di cui parla e la sa trasferire al lettore attraverso il canale empatico e non solo razionale.”


Capitolo I

Le origini della psicoterapia di gruppo

Potrà sembrare strano, ma, quando si cerca la letteratura sugli inizi della psicoterapia di gruppo, si ha la sensazione di trovarsi in una zona nebbiosa, c’è poco. E’ come se la psicoterapia di gruppo fosse un po’ la sorella minore, la Cenerentola della famosa psicoanalisi.

Anche quanto si trova di scritto ha atmosfere estremamente diverse.

Se si legge della nascita e della storia della psicoanalisi (qui uso questo termine in maniera aspecifica ed estensiva) si rimane affascinati. Gli sviluppi, i personaggi (sia gli analisti che i loro pazienti) si sviluppano come in un romanzo, oserei dire quasi epico. Sigmund Freud, Carl Gustav Jung sono nomi conosciuti universalmente, ma anche i loro relativi pazienti sono molto noti (Anna O, Dora, il piccolo Hans, Sabina Spielrein…).

La psicoterapia di gruppo si sviluppa in maniera fumosa; niente di eccezionale o di eroico. Gli autori sono poco noti a chi non è nel settore.


Capitolo II

Il corpo in psicoterapia

Wilhelm Reich e i suoi allievi

Parlando dell’analisi corporea in gruppo non si può non fare riferimento a Wilhelm Reich. Questo sia perché noi analisti SIAR riconosciamo la nostra discendenza dal suo pensiero, sia perché è stato Reich a mettere in evidenza clinicamente e metodologicamente l’importanza della corporeità nel lavoro psicoanalitico.

[…]

Mi piace concludere questo capitolo ricordando ancora Federico Navarro, che fu anche un prolifero scrittore di articoli, di libri e un conferenziere apprezzato. L’ho conosciuto personalmente, anche se con lui non ho mai fatto esperienze analitiche. Mi piace ricordarlo per una frase che ripeteva spesso, la sua regola delle tre U. Affermava che un analista deve possedere le qualità delle tre U: umorismo, umiltà, umanità.


Capitolo III

Terapeuticità dell’analisi reichiana

[…] Qualche pagina prima Reich aveva scritto: “[…] perché in un caso si otteneva la guarigione e in un altro no”.

Una risposta inizia ad intravedersi quando Reich si trova di fronte a pazienti con sintomi ossessivi: “Incontravo particolare difficoltà con i
caratteri ossessivi, affettivamente bloccati. Essi associavano con molta diligenza,ma non mostravano mai la minima traccia di affetto. Tutti gli sforzi
rimbalzavano indietro come se avessero urtato contro un “muro duro ed impenetrabile”. Erano corazzati contro ogni attacco.
[…] Era l’intero carattere che opponeva resistenza. Mi trovai così sulla soglia dell’analisicaratteriale”.

Da queste considerazioni, dall’aver scoperto che è lo stesso carattere che fa resistenza come un’armatura, ne consegue che il lavoro doveva necessariamente
intervenire sull’intero carattere; nasceva l’Analisi del Carattere.

[…]

“Reich osservando il paziente, notò che non respirava. Mentre parlava all’improvviso si era bloccato, come se stesse per dire qualcosa che
lo avrebbe turbato, si era difeso. Si era represso smettendo di respirare.Invece di dirgli: ‘continua’ Reich gli disse: ‘non stai respirando. Respira’.
Il paziente riprese a respirare, si mise a piangere ed emersero delle
emozioni.
Reich pensò: ‘ecco come si fa a bloccare le emozioni, a reprimerle, trattenendo il respiro’”.

Era nata una metodologia molto particolare:

la Vegetoterapia Carattero-Analitica!


Capitolo IV

Il modello post reichiano della S.I.A.R

I livelli corporei

L’elaborazione profonda dell’esperienza clinica portò Reich ad individuare nella persona sette livelli corporei in una visione longitudinale, dalla testa alle pelvi e perpendicolarmente alla colonna vertebrale. I sette livelli individuati sono:

1° livello – occhi, orecchie, naso
2° livello – bocca
3° livello – collo
4° livello – torace, braccia
5° livello – diaframma
6° livello – addome
7° livello – bacino, gambe

Descriviamo le loro caratteristiche.

[…]

4°livello: Torace

[…] Il torace è la parte del corpo che impatta il mondo. Un torace tonico ha migliori possibilità di affrontare le difficoltà quotidiane rispetto ad un torace piatto o incavato e ipotonico … Poi c’è chi ha il torace gonfio: uso volutamente la parola gonfio e non pieno …


Capitolo V

Analisi Reichiana in gruppo

Linee metodologiche

La metodologia nella storia
Temi significativi
Analisi di gruppo – Analisi in gruppo

Il TempoTransfert e Controtransfert

Gruppo Analitico terapeutico

Analisi reichiana in gruppo: il Setting

lo spazio, la pavimentazione, l’ abbigliamento, la postura, la periodicità, il tempo, il numero dei partecipanti, la composizione del gruppo.

Formazione dei terapeuti di gruppo


Capitolo VI

La proposta e l’introduzione al gruppo

A chi proporre un lavoro di analisi in gruppo?

E’ un tema importante e complesso.

[…]

Analizzo ora in maniera più approfondita le variabili relative a questo aspetto.

Motivazione

La motivazione non è un fattore presente o non presente in maniera netta e continuativa; ma ha una variabilità nel tempo, per cui una persona può essere più o meno motivata, e con modalità diverse nel corso della terapia individuale. Questo significa che possiamo avere persone che si affacciano alla psicoterapia un po’ in punta di piedi; come se volessero osservare com’è, cosa succede e se potrà avere effetti positivi su di sé. È solo con il tempo, quando saranno entrate realmente nell’esperienza, che la motivazione si stabilizzerà. Tutto ciò si riflette anche in un’eventuale proposta di gruppo….

La problematica che ha generato la richiesta di aiuto:

Una persona può essere arrivata da un analistasia per problematiche personali(crisi esistenziali)che per disturbi psicologici, o per difficoltà contingenti (separazione…). La prima risponde, di solito, abbastanza bene alla proposta di gruppo.

Capacità elaborativa

Detto così sembra quasi offensivo come se qualcuno non avesse le capacità intellettive per comprendere. In realtà non sto parlando di capacità cognitive, ma di quel filo più sottile che è la comprensione emotiva.

[…]

Sostenibilità

Prima di proporre ad una persona un lavoro in gruppo, dobbiamo essere sicuri che la stessa abbia la forza e la struttura per sostenere momenti intensi…

Primo incontro: l’introduzione

Il primo incontro è quello in cui si rischiano di più gli abbandoni, proprio perchè l’esperienza ha un pathos forte. E’ fondamentale allora che la persona si senta vista, accolta…

Prima di iniziare è opportuno fare un’introduzione generale che ha un duplice scopo: […] e fornire ulteriori indicazioni come le regole del setting su cui ci si baserà. […]

Guardiamole dettagliatamente:
Analisi in gruppo come completamento dell’analisi individuale […]
Favorire le relazioni […]
Lavoro sul qui e ora e lì e allora […]
Elementi su cui si basa l’intervento: verbale, corporeo, simbolico […]
Sentire, agire, vivere l’esperienza […]